Implantologia zigomatica e innesto osseo sono le due alternative che si prospettano al paziente nei casi di severa atrofia ossea del mascellare, ossia nei casi in cui l’osso non è sufficiente a sostenere un classico intervento di implantologia a carico immediato.
A cosa è dovuta l’atrofia ossea?
La perdita dei denti è strettamente correlata al fenomeno del riassorbimento osseo. Quando i denti cadono l’osso che ospitava la radice del dente inizia ad assottigliarsi perché viene meno la sua funzione di sostegno, il processo di riassorbimento può andare avanti fino a rendere l’osso estremamente sottile. Il riassorbimento osseo è un fenomeno graduale ma non certo lento. L’osso mascellare infatti può ridursi fino al 60% nell’arco di due o tre anni dalla perdita del dente. L’unico modo per arrestare il processo di riassorbimento è l’inserimento immediato degli impianti, ma se per un qualunque motivo non si agisce nell’immediato è molto probabile che si andrà incontro a un’atrofia ossea. Il riassorbimento osseo non è l’unica causa dell’atrofia ossea, anche altre patologie, come la parodontite ad esempio, potrebbero esserne la causa. L’assenza di osso, in ogni caso, non permette il classico ancoraggio degli impianti, ma questo non vuol dire rassegnarsi all’impossibilità di avere denti fissi, le soluzioni infatti possono essere o l’innesto osseo o l’implantologia zigomatica (per l’arcata superiore).Atrofia ossea: la soluzione dell’innesto osseo
Per innesto osseo si intende una complessa operazione chirurgica con cui viene prelevata al paziente una parte di osso da altre parti del corpo, prevalentemente si utilizza l’osso dell’anca, per poi essere innestata nella bocca. In alternativa è possibile ricorrere a materiali sintetici. Questo tipo di procedimento, oltre che estremamente invasivo, è anche molto lungo. Il paziente infatti viene costretto a una terapia che nel complesso può durare anche un anno. Oltre all’operazione all’anca, il paziente pur recuperando la quantità di osso utile all’intervento di implantologia, dovrà attendere almeno due mesi, dalla data dell’innesto, prima di procedere con l’inserimento degli impianti. Infine, la percentuale di successo dell’intervento scende all’80% a seguito di innesto osseo.Atrofia ossea: la soluzione dell’implantologia zigomatica
L’implantologia zigomatica è l’alternativa all’innesto osseo per l’arcata superiore ed è sicuramente l’intervento meno invasivo per chi ha dei problemi di atrofia ossea. Il principio, come la stessa denominazione può suggerire, è quello di ancorare gli impianti dentali direttamente agli zigomi. Questo tipo di procedura segue esattamente quella dell’implantologia a carico immediato. L’inserimento degli impianti infatti avviene in sole 24 ore e senza particolare dolore per il paziente o perlomeno si tratta di un dolore che scompare con l’assunzione di una pastiglia di ibuprofene (come per il mal di testa). Per quanto possa sembrare semplice rispetto all’intervento chirurgico dell’innesto osseo, si tratta comunque di un intervento complesso che deve essere eseguito da un odontoiatra con una comprovata esperienza nel campo dell’implantologia e con specifica formazione per l’implantologia zigomatica. Una volta fissate le viti allo zigomo, si procede con l’avvitamento delle protesi, quindi il paziente terminerà la seduta con un nuovo sorriso. Nel nostro centro odontoiatrico di via Settembrini, 6 a Milano, nei casi di pazienti con atrofia ossea, siamo in grado di eseguire entrambi gli interventi, ma prediligiamo l’implantologia zigomatica che garantisce maggiore comfort al paziente e maggiori percentuali di successo. Per questo motivo, già da qualche tempo, il nostro centro si avvale dell’esperienza del prof. Francesco Grecchi, uno dei maggiori esperti in Italia, con numerose referenze anche all’estero, nell’ambito dell’implantologia zigomatica.Perché nei casi di atrofia ossea preferiamo l’implantologia zigomatica?
- Innanzitutto la percentuale di successo dell’intervento che si attesta al 98% contro l’80% dell’innesto osseo.
- La durata della terapia: una sola seduta contro una procedura che dura mesi.
- L’assenza di dolore e di cicatrici.