Atrofia ossea, ora non è più un tabù. Cause, rimedi e soluzioni

Soffrire di atrofia ossea, purtroppo, è molto comune e spesso fa perdere fiducia e sicurezza in sé stessi, oltre a peggiorare sensibilmente la qualità della propria vita. Ma cos’è l’atrofia ossea? Ci sono delle soluzioni adeguate? È possibile porne rimedio attraverso l’implantologia?

Atrofia ossea. Cos’è e perché fa così paura

A volte può capitare di trovarsi di fronte alla perdita di alcuni denti e alla scomparsa dell’osso alveolare che ha la funzione di trattenere i denti nelle arcate. La perdita dei denti determina la scomparsa dell’osso alveolare e la conseguente atrofia ossea. Quando senti parlare di mancanza di qualità e quantità dell’osso, si sta facendo chiaramente riferimento ad un fenomeno che viene per l’appunto definito atrofia ossea. Le ossa del cavo orale, per una serie di motivi come malattie o usura, col tempo possono riassorbirsi, diminuendo di volume e diventando più fragili. Con l’avanzare di questa condizione si rischia di incorrere nell’edentulia, anche totale nei casi più gravi. Molti pazienti confidano spesso, al loro specialista di riferimento, di avere la bocca in pessime condizioni, ma di non avere il coraggio di affrontare il problema. Accade, quindi, che la cosa più semplice da fare è tenersi tutto dentro e ignorare i problemi o, nasconderli sotto il classico tappeto persiano. Trovare la forza per affrontare timori e paure prima di andare dal dentista può richiedere una buona dose di coraggio. A frenarci sono generalmente i dubbi che ci portiamo dentro e che alimentano le nostre ansie. Di fronte a gravi problemi dentali è comprensibile sentirsi più fragili. Non sai a chi affidarti, pensi ai soldi necessari per le cure e se avrai la forza ed il coraggio di affrontare il dolore. Tutto questo porta ad uno stato d’ansia che ingigantisce le tue paure e ti fa rimanere immobile. Spesso sono proprio i pazienti con i problemi più gravi a rimandare la visita dal dentista e ad intervenire troppo tardi. Rimandare la prima visita, però, non fa altro che acuire quelle complicazioni e rendere un eventuale trattamento odontoiatrico molto più complesso e costoso, rispetto a come sarebbe se si intervenisse in tempo.

Protesi dentali e mancanza di osso

È opinione diffusa che non è possibile fare un impianto dentale con poco osso. Un assioma non del tutto sbagliato, ma che rispetto al passato risulta essere sempre meno veritiero, ma soprattutto sempre meno universale. Grazie alle nuove tecnologie e protocolli a disposizione dei professionisti moderni, infatti, l’atrofia ossea non è più una condanna alla mancanza parziale o totale dei denti e al conseguente imbarazzo nel sorridere. Ci sono due alternative che rappresentano una soluzione, ma questi trattamenti, purtroppo, non sono applicabili a tutti e solo alcuni pazienti presentano le caratteristiche necessarie per riceverli. L’atrofia ossea, soprattutto quella mascellare, infatti, può rappresentare un impedimento al classico intervento di implantologia dentale perché l’osso non è sufficiente a sostenerlo e, quindi, alla corretta applicazione delle procedure normalmente usate per rimpiazzare gli elementi dentali mancanti. Queste procedure per combattere l’edentulismo sono essenzialmente due: la protesi mobile e l’implantologia dentale.

• Protesi mobile: la classica e comunemente chiamata dentiera. Una soluzione molto comune e che, fino a qualche anno fa, rappresentava quasi una prassi. Questo anche perché la protesi mobile è anche economicamente più accessibile rispetto ad un intervento di implantologia. Con l’uso costante e duraturo nel tempo, però, la dentiera tende a perdere di stabilità. Questo è causato dal riassorbimento osseo dei tessuti su cui la dentiera poggia. A lungo andare, l’osso si assottiglia a tal punto da rendere praticamente impossibile la corretta applicazione della protesi.
• Impianti dentali: le moderne tecniche di implantologia rappresentano, invece, le soluzioni più sicure e durature per riacquisire una dentatura invidiabile e poter tornare a masticare liberamente e ad essere orgogliosi del proprio sorriso. Questi interventi, però, richiedono una determinata quantità e qualità di osso. Le radici artificiali vengono inserite nei tessuti duri del parodonto e si integrano in essi. Perchè il trattamento vada a buon fine, però, diventa di vitale importanza che l’osteointegrazione avvenga correttamente. L’atrofia ossea, dunque, può rappresentare un considerevole impedimento.

E, quindi, come si può rimediare a tutto ciò, quali sono le due soluzioni e possibili alternative ad una marcata atrofia ossea?

Atrofia ossea: implantologia zigomatica o innesto osseo?

Ora, torniamo alle domande e ai dubbi iniziali che molti pazienti hanno e oltre le quali non sempre riescono ad andare perché non ricevono la dovuta assistenza e le risposte adeguate. Posso eseguire interventi di implantologia dentale anche se ho poco osso, o peggio ancora, non me ne è rimasto quasi per nulla? La risposta, come detto ampiamente e sì, anche se dipende da paziente a paziente e da caso a caso. Ci sono due alternative per combattere l’atrofia ossea: rigenerazione ossea e/o implantologia zigomatica.

• Rigenerazione ossea. Per innesto osseo si intende una complessa operazione chirurgica di bio-materiale autologo con cui, generalmente, viene prelevata al paziente una parte di osso da altre parti del corpo per poi essere innestata nella bocca. In alternativa l’innesto chirurgico è eterologo, cioè di origine sintetica o animale. Questo tipo di procedimento, però, ha due controindicazioni: è estremamente invasivo, ma anche molto lungo. Il paziente, infatti, viene costretto a una terapia che nel complesso può durare anche un anno. Il paziente, pur recuperando la quantità di osso utile all’intervento di implantologia, dovrà attendere almeno due mesi, dalla data dell’innesto, prima di procedere con l’inserimento degli impianti.
• Implantologia zigomatica. Un’innovativa tecnica implantare per l’arcata superiore che rappresenta l’intervento più veloce, affidabile e meno invasivo per risolvere i problemi di atrofia ossea. L’inserimento degli impianti, infatti, avviene in sole 24 ore e senza particolare dolore per il paziente. Per quanto possa sembrare semplice rispetto all’intervento chirurgico dell’innesto osseo, si tratta comunque di un intervento complesso che deve essere eseguito da un odontoiatra con una comprovata esperienza nel campo dell’implantologia e con specifica formazione per l’implantologia zigomatica. Una volta fissate le viti allo zigomo, si procede con l’avvitamento delle protesi, quindi il paziente terminerà la seduta con un nuovo sorriso. Nel nostro centro odontoiatrico di via Settembrini, 6, a Milano, nei casi di pazienti con atrofia ossea, siamo in grado di eseguire entrambi gli interventi, ma prediligiamo l’implantologia zigomatica che garantisce maggiore comfort al paziente e maggiori percentuali di successo. Per questo motivo, già da qualche tempo, il nostro centro si avvale dell’esperienza del prof. Francesco Grecchi, uno dei maggiori esperti in Italia, con numerose referenze anche all’estero, nell’ambito dell’implantologia zigomatica.

Ecco i tre motivi per cui preferire l’implantologia zigomatica

Sono tre i principali e più importanti motivi per cui si consiglia e si preferisce l’implantologia zigomatica alla rigenerazione ossea.

• Percentuale di successo dell’intervento: 98% con la zigomatica che scende all’80% con l’innesto osseo;
• Invasività minore: assenza di dolore e cicatrici;
• Durata terapia: una sola seduta a carico immediato, contro una procedura che dura mesi se si sceglie l’innesto osseo.