Se pensate che il carbone sia il dono peggiore che possiate trovare nella calza della befana, vi state sbagliando, perché la befana potrebbe portarvi qualcosa di altrettanto nero, ma molto più pericoloso: la carie!
L’Epifania è l’ultimo giorno di un periodo di feste che ci mette a dura prova dal punto di vista dell’alimentazione e di conseguenza mette a dura prova anche la salute dei nostri denti. Dolci, caramelle e anche il carbone sono per i batteri che vivono nel nostro cavo orale delle prelibate leccornie.
Batteri e carie nella nostra bocca: un delicato equilibrio
Tra il nostro organismo e i batteri che vivono nella nostra bocca c’è un delicato equilibrio, un rapporto che in natura viene definito di reciproco opportunismo. I batteri si nutrono dei residui di quello che mangiamo, allo stesso tempo ci difendono da batteri esterni che potrebbero essere portatori di malattie.
Parliamo di delicato equilibrio perché il numero di batteri dovrebbe mantenersi costante, la saliva ha infatti la funzione di diluire gli acidi e trascinare i batteri in eccesso nello stomaco, dove vengono distrutti.
Quando questo meccanismo non funziona in modo efficace, a causa di una salivazione ridotta o nel caso in cui i batteri si moltiplicano velocemente, il nostro organismo ne paga le conseguenze.
Con l’aumentare dell’acidità nella nostra bocca proliferano i microorganismi resistenti agli acidi, di cui sono anche i principali produttori.
In queste condizioni si verifica un abbassamento progressivo del pH, sotto il valore critico di pH 5.5 si avvia il processo di carie e conseguente corrosione dello smalto.
24 ore senza igiene orale: l’inferno della carie
Tra i simpatici abitanti della nostra bocca c’è lo streptococco mutans, uno dei principali batteri che causano la carie.
Nutrendosi dei carboidrati che ingeriamo, produce una sostanza adesiva, insolubile all’acqua che aderisce allo smalto dei denti e attrae altri microrganismi che si nutrono di zuccheri producendo scorie ad altissimo contenuto di acidità.
Dopo due – tre ore dal pasto le colonie di batteri popolano già, a macchia di leopardo, tutta la superficie del dente.
Dopo dodici ore il dente è completamente rivestito di batteri con stratificazioni di 8-10 cellule, dopo 24 ore, senza un intervento di igiene orale, gli strati di cellule diventano 100.
Gli enzimi prodotti dai batteri sono in grado di attaccare i tessuti duri del dente; nel suo stadio iniziale la carie non genera particolari condizioni sintomatiche, ma quando si spinge in profondità e attacca la dentina, lo strato che racchiude la polpa, iniziano a manifestarsi fastidio e dolore.
Se non si interviene per tempo l’infezione può raggiungere i nervi e i vasi sanguigni della polpa dentale, diffondersi in numerose patologie dolorose: nevralgie, pulpiti, ascessi che a loro volta danno origine a malattie ancora più gravi, come la parodontite.
Per non far torto alla Befana, possiamo anche consumare tutto il contenuto della sua calza, ma teniamo bene in mente la velocità con cui i batteri proliferano nella nostra bocca.
Quel delicato equilibrio tra numero di batteri e saliva è a garanzia del nostro benessere, lavarsi i denti entro un’ora dalla fine di ogni pasto è la buona regola per trarre, dai batteri, un reciproco vantaggio.