Dopo la cura canalare i denti diventano molto più vulnerabili e sono maggiormente esposti alle forze biomeccaniche proprio a causa della perdita della struttura interna del dente dopo la devitalizzazione.
Il dente cariato viene ripulito dalla parte infetta e successivamente ricostruito, ma la tipologia del restauro diretto o indiretto può incidere sulla futura resistenza del dente alle forze masticatorie.
Restauro diretto o indiretto?
Premesso che non c’è mai una soluzione standard a un problema odontoiatrico, l’odontoiatra può valutare il singolo caso clinico prima di procedere con il trattamento più efficace per il singolo paziente.
In merito alla questione se dopo la cura canalare è più opportuno effettuare un restauro diretto o indiretto è stato pubblicato uno studio sul Journal of Adhesive Dentistry in cui, attraverso una revisione sistemica dei casi presenti in letteratura scientifica, sono stati valutati i tassi di sopravvivenza di restauri diretti e indiretti.
Dall’analisi dei casi clinici presi in considerazione è emerso che una buona parte degli odontoiatri opta per l’incapsulamento del dente dopo un trattamento endodontico.
L’incapsulamento del dente dopo la cura canalare non sembra essere sempre necessario, questo è quanto evidenziato dalla ricerca.
Principali indicazioni cliniche dopo la cura canalare
I ricercatori, in base ai dati emersi dalla ricerca, hanno provato a sistematizzare le principali indicazioni cliniche che gli odontoiatri potrebbero seguire per il restauro dopo la devitalizzazione del dente.
I restauri diretti dopo la cura canalare
Da quanto è emerso dalle informazioni raccolte sui casi clinici analizzati, i restauri diretti in composito sono un trattamento efficace per i denti che durante la devitalizzazione hanno subito una perdita minima della struttura del dente. In particolare con perdita moderata della corona del dente.
I restauri indiretti dopo il trattamento endodontico
I restauri indiretti risultano invece più appropriati per i denti che a seguito della cura canalare hanno avuto un significativo danno alla corona. In questi casi l’incapsulamento risulta essere il trattamento migliore per proteggere il dente dallo stress delle forze di masticazione.
Resistenza dei restauri
Rispetto al successo del trattamento endodontico entrambe le modalità di restauro hanno dimostrato una sopravvivenza minima di 5 anni.
I restauri indiretti risultano più longevi sul lungo termine (10 anni) e presentano migliori prestazioni in termini di estetica e funzionalità.
Il parere e la valutazione dell’odontoiatra sul singolo caso clinico resta sempre di fondamentale importanza, la decisione rispetto alla tipologia di restauro dovrà essere valutata rispetto alla qualità del dente dopo la cura canalare e ad altre specificità del singolo paziente.