Una delle cause del fallimento implantare è la perimplantite, ossia l’infezione dell’impianto dentale e la conseguente perdita; ecco perché è importante il monitoraggio costante della flora batterica dopo un intervento di implantologia.
Microbiota orale dopo l’implantologia
L’odontoiatria si sta concentrando negli ultimi anni sull’importanza del microbiota orale e su come il suo costante monitoraggio possa prevenire molte delle patologie odontoiatriche più comuni, come la carie e la parodontite.
La letteratura scientifica però non riporta ancora nel dettaglio come si componga la popolazione batterica intorno agli impianti dentali e se c’è differenza tra il microbiota di un paziente che ha effettuato un intervento di implantologia post estrattivo e quello di un altro paziente che invece ha effettuato un intervento di implantologia dopo la guarigione ossea a seguito dell’estrazione.
Uno studio sulla flora batterica post intervento di implantologia
In una recente ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of Dental Implant di gennaio-giugno 2020, è stata analizzata la composizione della flora microbica nel cavo orale prima del posizionamento degli impianti dentali e successivamente, durante le varie fasi della terapia implantare.
I pazienti da cui sono stati prelevati campioni di placca sopragengivale sono stati suddivisi in pazienti sottoposti a implantologia a carico immediato post estrattiva e pazienti sottoposti a un intervento di implantologia tardivo.
I campioni microbiologici sono stati prelevati:
- pre-operatoriamente, prima del regime antibiotico;
- 1 giorno dopo la prima fase chirurgica;
- alla rimozione della sutura (7-10 giorni dopo l’intervento);
- 2 settimane dopo;
- alla seconda fase chirurgica;
- 2 giorni dopo la connessione dell’abutment;
- il giorno del posizionamento della protesi;
- 2 giorni dopo il posizionamento della protesi;
- al richiamo di 1 mese (follow-up);
- al richiamo di 2 mesi.
I risultati sulla composizione della flora batteria
Gli streptococchi, che sono normalmente presenti all’interno del cavo orale, hanno raggiunto livelli più alti rispetto alla media:
- Streptococchi: 36% negli impianti tardivi e 35% in quelli immediati rispetto al resto della flora batterica;
- P. gingivalis: 21% in impianti tardivi, 22% in impianti immediati;
- Fusobacterium; 25% in impianti tardivi, 24% in impianti immediati;
- P. intermedia e A. actinomycetemcomitans hanno mostrato titoli comparativamente inferiori, sia nei casi di impianti immediati che tardivi.
È stata riscontrata un’importante presenza di organismi come Porphyromonas gingivalis e Fusobacterium, che hanno un potenziale patogeno.
Si può concludere che la modalità di inserimento dell’impianto, immediata o tardiva, non altera la flora batterica perimplantare. I microrganismi presenti prima dell’intervento sono costantemente presenti durante l’intera fase del trattamento.
Tuttavia è importante considerare che la valutazione preventiva del microbiota orale e il suo costante monitoraggio potrebbero aiutare a riconoscere il potenziale di perimplantite e la prevenzione della stessa.