In questi giorni il Parlamento discute sulla legalizzazione della cannabis e noi ne approfittiamo per parlare della relazione esistente tra uso di marijuana e parodontite. La cannabis è la droga più consumata tra gli adolescenti italiani. Il 26,7% dei giovani compresi tra i 15 e i 19 l’ha assunta almeno una volta nella vita mentre il 15% ne ha fatto uso almeno una volta nei 30 giorni precedenti alla rilevazione, questo è quello che emerge dal 9° rapporto di monitoraggio del Gruppo CRC (Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza).
Più in generale, analizzando i dati del Dipartimento delle Politiche antidroga, i consumatori di cannabis in Italia sono circa il 10% della popolazione con un’età compresa tra i 15 e i 64 anni.
I danni che l’utilizzo prolungato di droghe leggere possono causare è stato spesso annoverato in molti articoli di carattere scientifico. In essi si pone spesso l’accento sulle conseguenze celebrali mentre vengono raramente trattate, in maniera approfondita, le malattie dentali il cui insorgere è legato al consumo di marijuana.
Un studio pubblicato nel 2008 su JAMA Psychiatry pone l’attenzione sulla correlazione dell’uso prolungato di cannabis e la comparsa di problemi dentali, in particolare la parodontite.
Lo studio è stato condotto su un campione di 1.037 persone di età compresa tra i 20 e i 38 anni, il 47,2% di coloro che fanno un uso regolare di droghe leggere presenta, a partire dai 30 anni, casi di malattia parodontale.
La parodontite all’inizio si presenta con una semplice gengivite, i primi sintomi sono infatti rossore e sanguinamento delle gengive.
Successivamente però la situazione degenera e i tessuti che sostengono i denti subiscono un progressivo logoramento fino al punto in cui si verifica la recessione delle pareti gengivali. Quest’ultima fase nella sua dimostrazione più grave e critica può determinare la caduta dei denti.
Non sarebbe il fumo a incidere direttamente sui tessuti ma l’assorbimento delle tossine presenti nella marijuana da parte di tutto l’organismo. La presenza di tossine nel sangue incide in maniera pericolosa sulla capacità di contrastare le infiammazioni che i batteri presenti sui denti potrebbero causare.
Ricordiamo inoltre che la parodontite è una delle cause principali della perdita dei denti e non solo, essa infatti è legata alla possibilità di sviluppare altre gravi patologie quali disfunzioni cardiovascolari o ascessi cerebrali.
I consumatori abituali di questo tipo di sostanze stupefacenti hanno un rischio venti volte superiore di sviluppare patologie come quelle sopra elencate rispetto ai fumatori di sigarette.
Come per tutte le malattie dentali la prevenzione è comunque un elemento fondamentale, se vi considerate soggetti a rischio è consigliabile fissare quanto prima una visita di controllo.
La parodontite infatti non sempre si manifesta con sintomi visibili e una visita dal dentista potrebbe essere l’occasione per iniziare un trattamento che possa evitare per tempo il degenerare della malattia.