Fino a qualche decennio addietro una delle principali controindicazioni dell’implantologia era l’atrofia ossea, pazienti con poco osso potevano riscontrare delle complicazioni, oggi invece grazie alle innovative tecniche odontoiatriche su pazienti con grave atrofia ossea si possono inserire impianti extra-corti con percentuali altissime di successo.
Le gravi atrofie ossee
Le gravi atrofie ossee sono dovute principalmente alla mancata sostituzione dei denti caduti per un lungo periodo di tempo o a infezioni dentali, come la parodontite, che hanno causato gravi riassorbimenti ossei.
In implantologia i casi di gravi atrofie ossee sono sempre considerati casi clinici complessi che possono essere trattati con una rigenerazione dell’osso:
- innesti ossei;
- ricostruzione dell’osso autologo;
- rigenerazione ossea verticale e/o orizzontale.
Oppure possono essere trattati con tecniche più innovative e semplificate come la chirurgia mininvasiva e l’inserimento di impianti extra-corti.
Implantologia mini invasiva e impianti extra-corti
In campo medico e non solo in odontoiatria, la chirurgia mini invasiva è frutto della tendenza ad avere un approccio sempre più conservativo e garantisce al paziente moltissimi vantaggi:
- minor numero di interventi chirurgici;
- miglior recupero post-operatorio;
- meno morbilità.
In presenza dunque di pazienti con gravi atrofie ossee sia in senso verticale che orizzontale l’utilizzo combinato di più tecniche e strumenti, come l’inserimento di impianti extra-corti e allo stesso tempo stretti, risolve con successo i casi clinici complessi con atrofie miste.
Gli impianti extra-corti sono ampiamente utilizzati in implantogia e permettono di evitare trattamenti chirurgici fortemente invasivi per il paziente come la ricostruzione ossea o il rialzo del seno mascellare.
Dalla percentuale di successo degli interventi di implantologia in cui vengono inseriti impianti extra-corti è possibile affermare che questa particolare tipologia di impianti garantisce un’ottima stabilità primaria.
Gli impianti extra-corti sono dunque una soluzione sicura soprattutto per la riabilitazione dei settori posteriori mascellari e mandibolari con valori di sopravvivenza a lungo termine di oltre il 98%.
L’odontoiatria oggi continua ad evolversi e utilizzare tecniche chirurgiche che garantiscono al paziente interventi “senza dolore” e con tempi decisamente più brevi rispetto al passato. L’implantologia è la migliore soluzione per chi ha perso i denti: qualunque sia la condizione di partenza del paziente (anche in casi estremamente complessi), in presenza di un odontoiatra competente, di strumenti altamente tecnologici e di una vasta gamma di impianti a disposizione, si può sempre trovare il trattamento adeguato allo specifico caso clinico.