Nell’ambito delle tecniche odontoiatriche utilizzate per sostituire pochi denti attigui, c’è anche la tecnica del
ponte su impianti dentali. Vediamo di cosa si tratta.
Cos’è il ponte su impianti dentali?
Com’è facile immaginare dal nome,
il ponte su impianti dentali è una protesi sorretta da due impianti dentali. A differenza del ponte su denti naturali a cui si ricorre per sostituire 1 o 2 denti, questa tecnica non contempla la necessità di intervenire sui denti naturali e permette di rimpiazzare 3 o 4 denti.
Se il ponte su denti naturali poggia sui denti del paziente, il ponte su impianti prevede quindi l’inserimento di 2 impianti che faranno da pilastro a una protesi con almeno 3 elementi dentari.
In quali casi è utile inserire un ponte su impianti
Il ponte su impianti è praticabile quando è necessario rimediare alla perdita di pochi denti contigui.
Il ricorso agli impianti permette di evitare l’utilizzo di fastidiose protesi mobili.
Una protesi mobile in grado di sostituire 3-4 denti offre una scarsa stabilità che viene solo in parte migliorata dall’inserimento di ganci metallici di ancoraggio. Questi ganci spesso sono visibili e pertanto rovinano l’estetica della bocca.
Il vantaggio per il paziente è quello di avere denti stabili, a differenza del disagio che può causare la
mobilità degli scheletrati, e una resa estetica più efficace.
In alcuni casi l’odontoiatra si trova a dover scegliere tra un ponte su denti naturali, trattando e utilizzando i denti naturali come pilastri, e un ponte su impianti, soluzione preferibile quando i denti naturali che dovrebbero fungere da pilastro sono molto compromessi e non danno le necessarie garanzie di durata.
Per un odontoiatra
la scelta di estrarre i denti è sempre l’ultima delle alternative possibili, preservare un dente naturale infatti dovrebbe essere una priorità per tutti i professionisti nel campo dell’odontoiatria.
Quando l’estrazione coinvolge pochi elementi, e si ha dunque un problema di edentulia parziale, il ponte su impianti è la soluzione migliore per sostituirli.
Qual è l’iter per inserire il ponte su impianti
Tutto inizia con una prima visita che consente di valutare la storia clinica del paziente, di effettuare le necessarie indagini strumentali (Ortopanoramica e/o TAC) e che fornisce le informazioni necessarie alla pianificazione dell’intervento.
Sebbene nel nostro
centro specializzato in implantologia dentale si riacquistino
denti fissi mediamente in un giorno, nel caso del ponte su impianti è generalmente seguire le procedure tradizionali. Generalmente i denti coinvolti sono i molari e se si posizionasse subito la protesi il forte carico masticatorio a cui vengono sottoposti quei denti rischierebbe di far fallire l’intervento.
Per questa e per altre ragioni, il ponte su impianti viene completato in almeno 2 sedute.
L’assenza di 3 molari potrebbe nascondere qualche ulteriore insidia: l’assenza di osso. In tali circostanze, prima di procedere all’intervento di implantologia è necessario intervenire con un intervento di ricostruzione ossea/rialzo del seno mascellare.
Post intervento
Il ponte su impianti è una struttura che viene appunto sorretta da impianti dentali. Per questo motivo è necessario, nella fase del post intervento,
porre molta attenzione nella cura degli impianti.
Una
perimplantite anche a uno solo dei due impianti che fungono da pilastro, potrebbe causare il fallimento di tutto il ponte dentale.
Per scongiurare il fallimento implantare è importante non trascurare l’igiene orale, pulire con cura gli impianti dentali e pianificare, senza disertarle, delle visite di controllo periodiche dall’odontoiatra.
Seguendo con costanza questi pochi consigli, il ponte su impianti dentali potrà durare a lungo nel tempo senza causare nessun tipo di complicazione.