Reimpiantare un dente caduto non è fantascienza, è una delle opzioni possibili a seguito dell’avulsione di un dente dovuta a un evento traumatico. Questa tipologia di soluzione terapeutica però non è sempre applicabile, si devono infatti presentare una serie di variabili favorevoli.
Reimpiantare un dente: in quali casi?
L’avulsione di un dente è una delle conseguenze più ricorrenti degli eventi traumatici. Incidenti, cadute, traumi accidentali durante l’attività sportiva, uso improprio dei denti (un esempio è l’utilizzo dei denti per aprire le bottiglie), ognuno di questi episodi può comportare la caduta di un dente.
I soggetti coinvolti in questo tipo di episodi sono sia bambini, dunque con un interessamento della dentizione decidua, sia soggetti con una dentizione permanente.
L’incidenza è maggiore se sono presenti anche dei problemi di malocclusione. Quando le arcate non sono allineate è molto più frequente che, a seguito di un evento traumatico che interessa i denti, uno o più elementi possano cadere.
La condizione essenziale per reimpiantare un dente
La possibilità di reimpiantare un dente caduto si gioca tutta sul fattore tempo. La tempestività di intervento è infatti la condizione necessaria.
Nel momento in cui si verifica un’avulsione del dente dovuta a un trauma, il tessuto parodontale viene diviso in due parti, una parte resta attaccata all’alveolo e l’altra alla radice.
Il dente può essere reimpiantato se il tessuto parodontale mantiene la sua vitalità. Per tenere in vita il tessuto parodontale è importante conservare il dente caduto in un ambiente umido.
Per salvare il dente dunque è possibile immergerlo in sostanze liquide come:
- saliva
- soluzione fisiologica
- latte
- soluzioni chimiche apposite (non facilmente reperibili in commercio)
Fuori da una di queste condizioni il dente potrebbe sopravvivere al massimo un quarto d’ora, la polpa del dente infatti rimanendo all’asciutto perde la sua vitalità.
Con l’immersione del dente in una soluzione liquida si può invece prolungare la vita del dente fino a un paio d’ore, permettendo così il reimpianto.
Reimpiantare un dente caduto: le fasi di intervento
Entro poche ore dalla caduta del dente il reimpianto può essere immediato. L’odontoiatra, valutata la situazione clinica, procederà al raccordo del legamento parodontale.
Prima della fase di intervento è importante eseguire una diagnostica per immagini per avere una panoramica dettagliata dell’anatomia del paziente.
Compito dell’odontoiatra è, tra gli altri, valutare eventuali danni all’alveolo o al dente caduto, l’evento traumatico infatti potrebbe aver causato microfratture o altro tipo di lesioni che solo un professionista competente può diagnosticare.
Il reimpianto di un dente richiede, a seguito dell’intervento, la pianificazione di visite di controllo per circa un anno. Il monitoraggio costante sulla vitalità della polpa del dente e l’esito complessivo dell’operazione è una componente necessaria per il successo dell’intervento.
Reimpiantare il dente caduto è dunque possibile purché non si perda tempo e si corra subito da un dentista. Se non si dispone di altro, durante il tragitto verso il dentista si consiglia di tenere il dente in bocca.